Davanti a Dio, Comunità di amore: Padre, Figlio e Spirito Santo, nella cui luce spero di tuffarmi dopo il mio transito da questa terra, con la retta intenzione, senza presunzione, ma con umiltà, espirmo le seguenti riflessioni:
- Sono contento della vita trascorsa. Lo spirito di fede crescente l’ha caratterizzata, donandomi serenità e pace interiore.
- Ho alimentato continuamente, con la preghiera, la mia esperienza spirituale (ritiri mensili, corsi annuali di esercizi, ora di contemplazione quotidiana). Ciò ha permesso di tenere “su” il tono del contatto con Dio.
- Ho avuto e coltivato la retta intenzione, cercando in tutto la volontà di Dio e non in me stesso. Questo mi ha aiutato a vivere nell’umiltà e nel servizio ai fratelli.
- Ho amato la mia vita sacerdotale e sono andato là, dove l’obbedienza mi mandava. Da questo atteggiamento è derivata fiducia e forza anche nelle difficoltà.
- Ho espresso il mio amore verso i fratelli di cui il Signore mi ha fatto guida e pastore, con la dedizione completa, non risparmiandomi per il loro bene.
- Ho amato lo stile della povertà, per seguire più da vicino Cristo povero, per testimoniare i beni futuri. Mi sono accontentato dello stretto necessario perché i soldi risparmiati diventassero pane per i fratelli bisognosi.
- Mi sono sentito profondamente legato alla comunità parrocchiale nella quale ho speso la maggior parte del mio ministero pastorale. Ho dato e ho ricevuto tanto. Ho amato alla mia maniera e sono stato ricambiato al centuplo. Le premure usatemi nella mia malattia ne sono la prova. Dall’ultima generazione di giovanissimi ho avuto moltissimo. Con loro ho recuperato, in una maniera molto bella, la mia specifica missione di educatore nella fede e di padre spirituale. I collaboratori pastorali mi hanno dato gioia con la loro fiducia, costanza, spirito di sacrificio, affetto.
- Sono legato con voi mediante la pratica dei Consigli Evangelici all’Istituto dei Sacerdoti del Sacro Cuore. È stato un grande dono per la mia vita sacerdotale e mi ha mantenuto in “tensione” nell’amore di Dio e dei fratelli.
Chi leggerà o ascolterà queste riflessioni, non mi reputi al di sopra di quanto sia stato ma, piuttosto, elevi il ringraziamento al Signore, perché sono convintissimo che tutto è stato dono suo. E chiedo perdono al Signore per tutte le mie incorrispondenze ai suoi doni, perché non sono poche. Mi sento sinceramente peccatore. Anch’io, oltre che al Signore, intendo chiedere umilmente perdono a ciascuno di voi. Mi avete conosciuto abbastanza nei miei difetti e nelle mie debolezze, per cui non ho bisogno di esporvele. Voglio ringraziarvi con immensa gratitudine per quello che siete stati per me e per quanto mi avete donato. In modo particolare, vi ringrazio delle preghiere fatte durante la mia malattia. Non sono andate nel senso voluto da voi, ma mi hanno ottenuto forza, serenità, desiderio ardente di vedere il Volto di Dio.
Arrivederci alla comunione definitiva con il Padre, il Figlio e lo Spirito, stretti alla Mamma Celeste, la Madonna Della Neve!