La manifestazione dei “carricielli” tratto da “Il Carro a Ponticelli” – G. Mancini ed. Il Quartiere
Nel 1958, sotto la presidenza del Sig. Guglielmo Aurino, che si avvaleva della particolare collaborazione del prof. Carmine Adamo e del dott. Ciro Riccardi, fu lanciata una iniziativa che in seguito si è dimostrata molto positiva: fu istituito il “primo premio per i carri in miniatura”, cosiddetti « carricielli ». L’iniziativa si prefiggeva la nascita di una vera e propria tradizione di costruttori del carro. Si sa bene che un’arte non nasce dall’oggi al domani e che, allo stesso tempo, i ragazzi quando pongono mano a una realizzazione lo fanno con tutta la ricchezza della loro fantasia e della loro intelligenza. Tale concorso è stato ripetuto negli anni, ad ogni concorso vengono presentati in gara oltre 25 modelli. Alcuni sono una espressione rozza, segno di un inizio difficile. Con il passare degli anni si è generalizzata la ricerca di un certo stile. Spesso è stato ricopiato qualche modello del « carro ». Talvolta è stato notato l’intervento degli adulti nella realizzazione di questi piccoli e sconosciuti capolavori. Questi « carricielli » sono realizzati di ogni misura: da quelli alti 2 o 3 metri a quelli di 10 cm., talvolta fatti con fiammiferi etc. Quasi sempre è stata rispettata la divisione in quattro sezioni, come nel carro. Quando i ragazzi non sono riusciti ad accaparrarsi una statuetta o l’immagine della Madonna della Neve, hanno posto in cima alle loro costruzioni un’altra immagine sacra. L’atteggiamento che assumono i ragazzi non è altro che la copia del comportamento degli adulti. Si sono creati una organizzazione simile a quella “madre”. C’è un capovoce. Ci sono i momenti magici “dell’alzata”. C’è l’asciugamano sulla spalla. Ci sono in qualche caso persino le bibite fresche. Per quanto concerne i premi; ad ogni partecipante viene rilasciato un diploma di partecipazione ed ai primi classificati un premio (coppa, medaglia etc..).